Amanita muscaria (DC.) Krombh.

Tossico

CAPPELLO 100-150 (250) mm, inizialmente emisferico, quindi convesso, alla fine appianato-disteso, con il centro sovente depresso; cuticola liscia, anche vischiosa con il tempo umido, quasi sempre ricoperta da verruche bianche piramidali, rilevate, concentriche, residui del velo generale, di colore biancastro; finemente striato all’orlo; di colore rosso-arancione, rosso, rosso scuro.

LAMELLE libere, fitte, ventricose; di colore bianco puro o sfumate di giallino.

GAMBO 80-140 (200) × 10-20 (30) mm; subcilindrico, attenuato all’apice, diritto, glabro o debolmente fioccoso; interamente bianco; piuttosto duro e fibroso, poi fistoloso e infine cavo. Nella zona basale si allarga in un bulbo ricoperto da una VOLVA sottile, dissociata in verruche concentriche biancastre.

ANELLO membranoso, ampio, posizionato nella zona medio-alta del gambo, striato nella parte superiore e dotato sul bordo di resti del velo generale.

CARNE soda nel cappello, più granuloso-fibrosa nel gambo; bianca e sfumata del colore della cuticola immediatamente al di sotto di questa. Odore nullo e sapore mite, gradevole.

MICROSCOPIA: spore da subovoidi a più o meno ellissoidali, 9,0-11,2 × 6,5-7,5 µm; non amiloidi; bianche in massa.

HABITAT: in montagna, in terreno acido, con latifoglie e aghifoglie. Estivo-autunnale; diffusa.

 

NOTE – È certamente il fungo che maggiormente ha stimolato la fantasia degli illustratori; numerosissime, infatti, sono le raffigurazioni, più o meno realistiche, di questa splendida specie, in particolar modo quando il fungo è chiamato a rappresentare il mondo del fantastico e dell’irreale o del fiabesco.

Nella convinzione popolare A. muscaria è sovente confusa con la mortale A. phalloides, con conseguente insorgere di ulteriore pericolo per gli inesperti.

Dal punto di vista tassonomico ci pare degna di nota una variante con volva meno friabile e a rare verruche sul cappello: la f. aureola.